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circupete1974

THE L'ombra Del Diavolo



"'L'ombra del diavolo' non è un film sull'Ira come 'Nothing Personal', 'La moglie del soldato' o 'Nel nome del padre'. Malgrado l'ambientazione contemporanea e sapientemente sfumata, Pakula gioca semmai la carta del mito, della leggenda. Non conta il contesto, conta il conflitto, il nodo che unisce e separa il quasi-padre e il quasi-figlio. Non siamo insomma troppo lontani da 'Pat Garrett e Billy the Kid', fatte le debite differenze. Qua la Legge, là la Rivolta, anche se Pakula e i suoi sceneggiatori forniscono solidi retroterra e articolati subplot ai loro due eroi. Perfino i personaggi femminili, per quanto convenzionali, risultano infatti ben tratteggiati e credibili. Quanto al match Pitt-Ford, il primo è bravo ma stravince il secondo, mai così spiegazzato e sofferente. A uscire davvero vittorioso dal film, pagato l'inevitabile tributo al genere, è comunque il vecchio Pakula. Guardate come filma New York, guardate come uno scorcio inatteso, un'improvvisa variazione di ritmo, strappano alla città più sfruttata del mondo il suo respiro segreto. Un bel ritorno e un bel coraggio in tempi di kolossal rutilanti e vuoti". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 29 marzo 1997)"Non dovrebbe dirlo uno che fa il critico ma ogni tanto leggendo la recensione di un film capita di pensarla in modo diametralmente opposto. Di 'L'ombra del diavolo' Samuel Blumenfend scrive su 'le Monde' che Alan J. Pakula, ex bravo regista degli anni '70, non ha più niente da dire, tanto che non riesce a tirar fuori granché da una sceneggiatura promettente. A me pare vero il contrario: nella virtuosistica fotografia di Gordon Willis, questo è un film di puro cinema-cinema. Semmai, i suoi limiti sono da rintracciare proprio nel copione a triplice firma, una di quelle sceneggiature dove i vari temi pur stimolanti non riescono a intonarsi e integrarsi in modo convincente".(Tullio Kezich, 'Il Corriere della Sera', 29 marzo 1997)"Una rivista francese ha intitolato 'Guerre stellari' l'incontro sullo schermo di Harrison e Pitt, riferendosi alla lavorazione irta di difficoltà per incompatibilità di carattere tra le due star. Ciò non toglie che entrambe abbiano dato al film di Pakula un contributo efficace. Ford come poliziotto generoso, vulnerabile ma incapace di compromessi, gioca in casa. Però anche il biondo Brad se la cava con notevole stile, fornendo al suo personaggio di terrorista un impasto commovente di violenza e fragilità".(Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 18 aprile 1997)


Belfast: Rory Devaney è un terrorista. New York: Tom O'Meara, un altro irlandese che fa il poliziotto e che ogni giorno combatte la violenza del suo quartiere. Nessuno penserebbe che Tom e Rory possano incontrarsi. Ma Devaney fugge dall'Irlanda e si rifugia proprio a casa del poliziotto, facendosi passare per un giovane innocente in cerca di scampo. Il film parte bene, con due sequenze successive (nel 1972 in un paesino e nel 1992 a Belfast) compresse e ben organizzate, degne del vecchio talento di Pakula. Ma poi la storia procede lungo canali prevedibili. La seconda parte, nel suo affannoso tentativo di salvare tutti, sembra scritta per evitare allo spettatore l'ombra di un dubbio o di un pensiero.




THE L'ombra del diavolo



Brad Pitt non ha parole tenere per L'ombra del diavolo, thriller del 1997 che lo ha visto impegnato al fianco di Harrison Ford e che definisce "il frammento di cinema più irresponsabile che abbia mai visto".


L'ombra del diavolo, ultimo film diretto da Alan J. Pakula, vede Brad Pitt nei panni di Frank McGuire, un giovane militante dell'IRA che si reca a New York per acquistare delle armi. Giunto in America sotto mentite spoglie, viene ospitato da Tom O'Meara, maturo poliziotto di origini irlandesi che, insieme alla moglie e alle tre figlie, lo accoglie in casa con affetto. Tra i due nasce una forte amicizia, ma Frank è in America per comprare delle armi e per questo gli agenti segreti inglesi gli danno la caccia per ucciderlo. Quando Tom viene a conoscenza della sua vera identità, lo scontro tra i due è inevitabile; nel frattempo Frank si fa giustizia da solo e tenta di salpare per l'Irlanda coi missili come richiesto, ma Tom lo intercetta nel tentativo di fuga.


L'ombra del diavolo - storie tra bene e maleNel corso della nostra vita sono accaduti dei fatti che, anche se non ci hanno riguardato personalmente, ci hanno toccato e coinvolto emotivamente. E' da questa riflessione che è nata l'idea di un nuovo format televisivo in cui accadimenti clamorosi sono stati ricostruiti non soltanto con filmati, testimonianze e documenti dell'epoca ma, grazie alla fiction, anche con i ricordi e le reazioni di quanti vissero e furono coinvolti in quelle circostanze. Così è stata realizzata una docu-fiction da 100 minuti che, con un suo particolare linguaggio televisivo, cerca di ricostruire alcuni avvenimenti del nostro recente passato. Potremo comprendere meglio due avvenimenti del XX secolo approfondendone gli aspetti meno noti o addirittura più segreti: i misteri legati alle apparizioni di Fatima e la tragedia della strage di Jonestown. Due eventi animati da sentimenti e da forze contrapposte.


CESENA Un prete che dal letto della sua canonica vede accendersi improvvisamente la luce, sente la Tv funzionare senza corrente, è assordato dalla musica di una segreteria telefonica coi fili staccati e deve accorrere nella notte per spegnere carta e biancheria in fiamme. Diavolerie? Fenomeni paranormali? O semplicemente i tremendi scherzi di onde elettromagnetiche? Il dubbio assilla da settimane don Mike Bertino, 50 anni, origine siciliana, pastore di duemila anime della parrocchia Madonna delle Rose, chiesa del centro di Cesena. Ho perso il sonno, ma sono cristiano proclama prima di pensare alle stregonerie voglio trovare le cause reali, non ho mai fatto incontri diabolici. E' sereno, ma scosso. Attende il responso di un docente di fisica dell' università di Bologna. Lo ha chiamato su consiglio della Prefettura. Toccherà al professor Troili svelare, con apparecchi di misurazione magnetica, il mistero che nella voce popolare è diventato ormai un Poltergeist alla romagnola. Tutto è iniziato venti giorni fa quando il telefono si è messo a squillare in continuazione ricorda don Mike . Abbiamo staccato i fili ma nelle stanze si spandeva un bolero, la musica d' attesa della segreteria telefonica. Ogni tanto si sentivano botti, fischi, rumori di scariche. Qualche giorno dopo, inspiegabilmente, le luci hanno cominciato ad illuminarsi e a spegnersi. Ho staccato l' impianto elettrico eppure, prima la cucina a gas e poi la televisione si sono accese. Sabato notte in un armadietto vicino alla mia stanza ha preso fuoco, non so come, un rotolo di carta. Da quel momento, per il parroco gli strani rumori notturni dell' elettricità si sono trasformati in incubo. I tecnici della Sip smontando apparecchi e collegamenti hanno concluso con un l' impianto è perfetto. Quelli dell' Enel ripetono: nessun cortocircuito, nessuna combinazione elettrica inconsueta. I vigili del fuoco si fermano a un non ci capiamo nulla. Già, i pompieri non sanno spiegare la causa di altri quattro incendi dopo quello di sabato scorso. Brucia una tenda Martedì sera ha preso fuoco una tenda. Autocombustione? Ma di che cosa? Mercoledì pomeriggio ancora le fiamme: brucia della carta in un ripostiglio, una striscia nera rimane segnata su un rotolo. Ed ecco il fuoco giovedì mattina: alle dieci rischiara la biancheria di un armadio nella stanza del parroco; alle undici manda in fumo altre carte. Sempre, don Mike accorre, basta un secchio d' acqua e tutto è spento. Sempre, gli incendi scoppiano al primo piano della canonica. Sempre, scariche e rumori partono da quel primo piano (di sotto abitano la perpetua e don Giuseppe, l' ex guida della Madonna delle Rose). Lassù, da novembre, vive don Bertino. Ma giovedì notte ha preferito dormire in un' altra canonica. Nella sua stanza sono andati invece due poliziotti per un' inutile veglia mentre in strada si muoveva un carosello di auto e curiosi. Nessun rumore, nessun fenomeno. Tutto tranquillo. E le demoniache presenze? Inesistenti pare abbia sentenziato un sacerdote accorso a scrutare carte e biancheria e definito, da chi l' ha incontrato, molto esperto di questioni spiritiche. Un esorcista? No, per l' amor di Dio, non ce n' è bisogno, ogni episodio ha una spiegazione scientifica hanno smentito categoricamente in Curia dopo che il vescovo Luigi Amaducci mercoledì è andato in visita alla parrocchia. Magari qualcuno sdrammatizzano ancora in Curia avrà recitato una preghiera, non fa mai male. Il resto sono storie. Se l' esorcista è un altro fantasma agitato da chissà quali supposizioni, realtà è lo sfaccendato che ieri mattina è entrato in chiesa urlando di voler scacciare Satana con l' aiuto e le profezie di Mao. Però la fantasia cavalca. Quei reperti bruciati da autocombustioni non si propagano in modo diffuso ma restano localizzati accendendo mille sussurri. Un esperto di magnetismo intervistato da una Tv locale ha lanciato la sua spiegazione: Colpa del campanile, manca il parafulmine e allora lassù, vicino alle campane, si concentrano forze elettriche. Nessuno gli ha creduto, soprattutto i tecnici dell' Enel e i pompieri. Insomma il mistero s' infittisce e sollecita ogni ora di più le congetture. Qualcuno accusa un gruppo di goliardi che tempo fa murarono una porta della parrocchia lasciando la scritta chiusura del mese mariano. Troppo poco per capire anche perché mai la porta d' ingresso della canonica si apre da sola senza che nessuno prema un pulsante. La cattedrale di Sarsina E allora largo alle rievocazioni di Amytiville e Poltergeist. Specie se incendi, strilli e musiche inspiegabili compaiono in una terra dove il demonio agita la credenza popolare. A pochi metri dalla parrocchia c' è il Palazzaccio del Diavolo ritenuto un tempo posto spiritato dove si celebravano riti magici. A una ventina di chilometri, a Sarsina, da secoli è famosa la cattedrale di San Vicino in cui vanno gli indemoniati in cerca di esorcismi. Qui, in certe albe, durante una fiera, i sacerdoti aiutano i malcapitati a liberarsi del diavolo, probabilmente. 2ff7e9595c


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